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martedì 23 settembre 2008

Una strategia contro la delinquenza giovanile

Parlamento europeo
Testo della Risoluzione
Allarmato dall'aumento della violenza giovanile, in particolare nelle scuole, il Parlamento sollecita la definizione di una strategia integrata a livello nazionale e europeo, che combini prevenzione, misure giudiziarie e extragiudiziarie e inclusione sociale. Sottolineando il ruolo della famiglia, della scuola e dei mezzi di comunicazione, chiede di agire sulle cause della delinquenza (disagio sociale, droga e mass media), ma insiste sulla necessità di limitare il ricorso a pene detentive.Chiede poi agli Stati membri di ricorrere ai programmi europei esistenti e di adottare norme minime europee e sottolinea l'esigenza di creare una rete tra tutte le autorità e di polizia a livello nazionale e comunitario che tratti dei casi di bambini scomparsi. Sollecita inoltre l'istituzione di un numero verde per giovani con problemi e la definizione di un programma quadro comunitario.Approvando con 440 voti favorevoli, 64 contrari e 71 astensioni la relazione di Katerina BATZELI (PSE, EL), il Parlamento europeo nota anzitutto che la delinquenza giovanile rappresenta di per sé un problema più pericoloso rispetto alla criminalità adulta, poiché interessa una parte della popolazione particolarmente vulnerabile ed espone molto presto i giovani al rischio di esclusione e di stigmatizzazione sociale. I deputati sottolineano poi che la delinquenza giovanile è aumentata in modo allarmante e la questione diventa preoccupante per via delle considerevoli proporzioni che assume oggi, «essendosi abbassata l'età dell'entrata nella delinquenza ed essendo aumentato il numero dei reati commessi da ragazzi di età inferiore ai tredici anni, e per via del fatto che i loro atti sono sempre più crudeli».Origini della violenza giovanile: disagio sociale, droga e televisionePer i deputati tra i principali fattori che alimentano la delinquenza giovanile vi sono la descolarizzazione, la mancanza di punti di riferimento, la mancanza di comunicazione e di valorizzazione di modelli adeguati all'interno della famiglia, spesso a causa dell'assenza dei genitori. Ma anche problemi psicopatologici legati a violenze fisiche o abusi sessuali da parte di persone dell'ambiente familiare, le carenze dei sistemi educativi nella trasmissione di valori sociali, la povertà, la disoccupazione, l'esclusione sociale e il razzismo. Altri fattori decisivi sono inoltre la marcata tendenza all'imitazione presente nei giovani, i disturbi della personalità legati al consumo di alcol e stupefacenti. Per i deputati, infatti, l'aumento del consumo di cannabis e di altre droghe e/o di alcol da parte degli adolescenti «va messo in relazione con l'aumento della delinquenza giovanile». Ma a loro parere, alla delinquenza giovanile concorre anche l'offerta, da parte dei mezzi di comunicazione, di taluni siti Internet e dei videogiochi, «di modelli che esaltano una violenza gratuita, eccessiva e ingiustificata». «L'enorme quantità di scene di una violenza estrema e di materiale pornografico che viene diffusa da mezzi di comunicazione e da mezzi audiovisivi», come i giochi, la televisione e Internet, come anche lo sfruttamento, da parte dei mass media, dell'immagine di minori delinquenti e vittime, per i deputati, «sfiorano spesso la violazione dei diritti fondamentali del bambino e contribuiscono a diffondere una banalizzazione della violenza».Coesione sociale e ruolo della famigliaPer il Parlamento è fondamentale che tutte le parti interessate della società partecipino direttamente alla programmazione e all'attuazione di una strategia nazionale integrata, in ambito scolastico, sociale, familiare e educativo, che contribuisca alla trasmissione dei valori sociali e civici, e alla socializzazione precoce dei giovani. A suo parere occorre anche che «la famiglia, gli educatori e la società trasmettano ai giovani determinati valori fin dall'infanzia». Per porre in atto azioni intese a lottare in modo radicale contro la delinquenza giovanile, è inoltre indispensabile poter disporre di risorse finanziarie sufficienti. E' poi necessario definire una politica incentrata su una migliore coesione politica e sociale, volta a ridurre le disparità sociali e a lottare contro l'esclusione sociale e la povertà. La prevenzione della delinquenza giovanile richiede quindi politiche pubbliche in settori come l'alloggio, l'occupazione, la formazione professionale, le attività del tempo libero e gli scambi di giovani. Occorre poi rafforzare il ruolo e valorizzare sotto il profilo qualitativo i centri giovanili quali luoghi di scambio tra giovani.Il Parlamento sottolinea ruolo specifico che è assegnato alla famiglia in ogni fase della lotta contro la delinquenza giovanile. Chiede quindi gli Stati membri di predisporre un sostegno adeguato per i genitori (che in taluni casi dovrebbero essere maggiormente responsabilizzati), e li incoraggia a prevedere l'istituzione di un congedo parentale di un anno, che consenta di privilegiare la prima educazione dei figli. Dovrebbero inoltre fornire particolare sostegno alle famiglie che devono far fronte a problemi economici e sociali, ad esempio con l'adozione di provvedimenti volti a soddisfare esigenze essenziali e con azioni volte a garantire un accesso equo al mercato del lavoro e alla vita sociale. Gli Stati membri sono anche invitati a mettere a disposizione le risorse necessarie per ampliare in modo efficace l'offerta di consulenza psicosociale, prevedendo fra l'altro punti di contatto per le famiglie che sono interessate dalla delinquenza giovanile.Il ruolo della scuolaI deputati sottolineano poi il ruolo particolare della scuola nella formazione della personalità dei bambini e degli adolescenti. Al riguardo, rilevano che due caratteristiche fondamentali della scuola di oggi - il multiculturalismo e l'accentuazione delle differenze fra classi sociali - possono portare a fenomeni di violenza all'interno delle scuole, soprattutto in mancanza di adeguate strutture di intervento, sostegno e approccio degli allievi al sistema educativo. In tale contesto, la relazione invita gli Stati membri a impartire alle autorità scolastiche le opportune direttive per introdurre in ambito scolastico organi di mediazione cui parteciperanno alunni, genitori, insegnanti e servizi competenti degli enti locali. Il Parlamento ritiene poi assolutamente necessario fornire un'adeguata formazione agli insegnanti affinché possano essere in grado di gestire l'eterogeneità delle classi, sviluppare un'attività pedagogica «basata non sul moralismo, bensì sulla prevenzione e sulla solidarietà». Nella politica in materia di istruzione gli Stati membri dovrebbero introdurre la prestazione di un particolare sostegno psicologico e di consulenza ai minori che denotano problemi di socializzazione. Ma occorre anche prevedere la possibilità di fornire assistenza medica in ogni scuola, la nomina di un assistente sociale, di un sociologo-criminologo, di un pedopsichiatra e di esperti in materia di delinquenza giovanile.Vanno poi garantiti rigorosi controlli per quanto riguarda il consumo di alcol e l'uso di sostanze stupefacenti da parte degli alunni, ed è necessario lottare contro ogni forma di discriminazione nei confronti di membri della comunità scolastica. In proposito, i deputati osservano che «persino i cortili delle scuole, anche nei quartieri favoriti, sono divenuti zone di non diritto», dove è offerta droga e si procede a violenze, anche con armi bianche, e a racket di diverso tipo, si svolgono giochi pericolosi come l'happy slapping, «ossia il trasferimento su siti Internet di foto di scene di violenza riprese con i telefoni cellulari». Si dovrebbe anche procedere alla nomina di un mediatore che faccia da collegamento tra la scuola e la comunità, e promuovere la cooperazione tra le varie comunità scolastiche per quanto riguarda l'ideazione e l'attuazione di programmi contro la violenza.Mass media: rischi e opportunitàIl Parlamento sottolinea inoltre che i mezzi di comunicazione di massa possono svolgere un ruolo importante per quanto riguarda la prevenzione del fenomeno della delinquenza giovanile. In particolare, assumendo iniziative di informazione e di sensibilizzazione del pubblico, come pure fornendo trasmissioni di elevata qualità, che promuovano il contributo positivo dei giovani alla società. I media dovrebbero però limitare la diffusione dell'uso della violenza, della pornografia e del consumo di sostanze stupefacenti, e ciò sulla base di accordi da inserire in una "guida" per la tutela dei diritti dei minori. A tale proposito, i deputati invitano gli Stati membri e le competenti autorità di regolamentazione «a dare un'attuazione rigorosa e assoluta» alla legislazione comunitaria e nazionale relativa alla segnalazione del contenuto delle trasmissioni televisive e di altri programmi che possono contenere scene di particolare violenza o inadatte ai minori. Limitare il ricorso a pene detentiveIn materia giudiziaria, il Parlamento sottolinea l'importanza di sviluppare negli Stati membri misure che prevedano pene alternative alla reclusione e di carattere pedagogico e dando ampia scelta al giudice nazionale, come ad esempio l'offerta di un lavoro socialmente utile, il risarcimento e l'intermediazione con la vittima nonché corsi di formazione professionale, in funzione della gravità del delitto, dell'età del delinquente, della sua personalità e maturità. L'incarcerazione, cui si deve ricorrere solo in ultima istanza, dovrebbe inoltre aver luogo «in infrastrutture adeguate ai minori delinquenti».Gli Stati membri sono inoltre invitati a adottare nuovi provvedimenti innovativi di approccio giudiziale, «come la diretta partecipazione dei genitori o dei tutori del minore al procedimento penale», accompagnata da un approccio pedagogico o da un sostegno psicologico intensivo, la possibilità di scegliere una famiglia di adozione e l'assistenza e l'informazione ai genitori, agli insegnanti e agli alunni in caso di comportamento violento manifestato in ambito scolastico. I deputati ricordano d'altra parte che lo svolgimento della procedura giudiziaria e la sua durata, la scelta della misura da adottare nonché la sua esecuzione ulteriore «devono essere guidati dal principio dell'interesse superiore del bambino». Verso una strategia europeaIl Parlamento raccomanda agli Stati membri di procedere con urgenza, in cooperazione con la Commissione, all'elaborazione e all'adozione di una serie di norme minime e di principi guida comuni a tutti gli Stati membri in materia di delinquenza giovanile, incentrate su tre pilastri fondamentali: prevenzione, provvedimenti giudiziari e extragiudiziari, nonché riabilitazione, integrazione e reinserimento sociale. L'obiettivo di un approccio europeo comune deve consistere nel definire modelli di intervento volti a fronteggiare e a gestire la delinquenza giovanile, mentre il ricorso a misure detentive e a sanzioni penali dovrebbe avvenire solo in ultima istanza e quando ciò sia giudicato assolutamente necessario.La Commissione e gli Stati membri sono invitati ad attivare, in una prima fase, gli strumenti e i programmi europei già esistenti, inserendovi azioni per il contenimento e la prevenzione del fenomeno della delinquenza giovanile e prevedendo anche il regolare reinserimento sociale degli autori e delle vittime. In proposito, i deputati citano, fra gli altri, il programma speciale "Prevenzione e lotta contro la delinquenza" (2007-2013), che si pone gli obiettivi fondamentali di prevenire la criminalità e proteggere le vittime, il programma speciale "Giustizia penale" (2007-2013), per la promozione della cooperazione giudiziaria in materia penale, il programma DAPHNE ΙΙΙ per combattere la violenza contro i bambini e i giovani, il programma "Gioventù in azione" (2007-2013), nonché le azioni del Fondo sociale europeo e del programma Equal in materia di potenziamento dell'inserimento sociale e di lotta contro le discriminazioni. Il Parlamento ribadisce poi l'importanza dell'eliminazione della violenza dai mezzi di comunicazione e nella promozione dei mezzi audiovisivi la cui programmazione non sia incentrata esclusivamente su programmi violenti. E, pertanto, chiede che vengano fissate norme europee intese a limitare la diffusione della violenza sia nei mezzi di comunicazione audiovisivi che nella stampa scritta. Inoltre, invita la Commissione ad estendere le norme pertinenti della direttiva "Televisione senza frontiere" al settore della telefonia mobile e di Internet. Sottolinea poi che l'informazione e l'avvertenza in merito ad una navigazione sicura su Internet e ad un utilizzo sicuro dei telefoni cellulari «dovrà in futuro formare oggetto di proposte concrete della Commissione che siano vincolanti su scala europea».Il Parlamento ha respinto la proposta di istituire un Osservatorio europeo sulla delinquenza giovanile. D'altra parte, chiede alla Commissione di incoraggiare l'istituzione di un numero verde gratuito a livello europeo per i bambini e gli adolescenti con problemi, «in quanto questi sistemi possono apportare un importante contributo alla prevenzione della delinquenza giovanile». Sottolinea, inoltre, l'esigenza di una stretta cooperazione e della creazione di una rete tra tutte le autorità e di polizia a livello nazionale e comunitario relativamente alle indagini e alla soluzione di casi di bambini scomparsi vittime delle delinquenza giovanile.I deputati invitano infine la Commissione a presentare un programma quadro comunitario integrato, che preveda misure preventive a livello dell'UE, un sostegno alle iniziative delle ONG e alla cooperazione transnazionale, il finanziamento di programmi pilota a livello regionale e locale che si fondino sulle migliori prassi nazionali e si propongano di diffonderle in tutta Europa, e rispondano nel contempo alle necessità in materia di infrastrutture sociali e pedagogiche.
Katerina BATZELI (PSE, EL)Relazione sulla delinquenza giovanile

giovedì 11 settembre 2008

Lettera aperta del mio amico Salvatore Crisafulli


Lettera al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
"Sono stanchissimo di lottare ed optare ancora per la vita"
Carissimo Presidente Berlusconi, scrivo a lei che considero "la mia ultima spiaggia". Sono un uomo che vive da paralizzato, la mia patologia viene definita Sindrome Assimilabile alla Locked.in ovvero "uomo incatenato" o meglio ancora "uomo imprigionato", imprigionato nel mio stesso corpo. Mi sento murato vivo, vivendo in un abisso. Potrà capire le mie angoscianti e terrificanti pene: questa patologia comporta la totale paralisi del mio corpo. A differenza di chi vive in Stato Vegetativo (io lo sono stato), sono riuscito a recuperare la coscienza e a comunicare il mio pensero con il computer grazie a un sofisticato software muovendo lo sguardo, la testa e in particolare gli occhi.
Mi chiamo Salvatore Crisafulli (disabile gravissimo), 43 anni, di Catania, e sono stato vittima di uno spaventoso incidente stradale avvenuto a Catania la mattina dell’11 settembre del 2003. Sono entrato subito in coma e successivamente in stato vegetativo permanente (almeno così sentenziava la scienza medica per due anni). Poi, incredibilmente, nel 2005 riesco a raccontare che dopo circa sette mesi dal trauma (quando per i medici ancora ero in stato vegetativo) ho ripreso coscienza e sentivo e capivo tutto, sentivo ed avvertivo anche di avere fame e sete, ma non riuscivo a dimostrarlo perché non potevo muovermi e i medici erano convinti che fossi un vegetale (in pratica una foglia d'insalata), vivevo nel terrore.
Oggi invece assaporo i gusti del cibo perché vengo nutrito dalla bocca. La mia terrificante e allucinante odissea è stata trascritta anche in un libro, dal titolo “Con gli occhi sbarrati”.
Durante il grande dibattito sulla "dolce morte" chiesta ripetutamente da Piergiorgio Welby, fui costretto a scrivere una lettera indirizzata allo stesso Welby, supplicandolo (inutilmente) di lottare per la vita. Gli dissi: "Ti supplico non chiedere la morte, ma combatti insieme a me per la vita".
Ottenni una risposta veramente straziante "Uno Stato che non ha pietà di me, che non sa ascoltare la mia voce, sarà meno capace di ascoltare la tua. Uno Stato che saprà rispettare le scelte di fine vita, sarà più capace di rispettare le tante straordinarie vite che siamo". Parole oggi da me condivise.
Sono stato protagonista di numerosi appelli, in particolare per la vita, ed anche per dimostrare che lo Stato Vegetativo è vita.
Lo scorso mese di Marzo sono stato protagonista e promotore di una protesta denominata: "contro l'eutanasia passiva dello Stato italiano" iniziando uno sciopero della fame e rifiuto delle cure, per mancanza di assistenza e di applicazione di varie leggi sui disabili gravissimi (eravamo in 90).
Protesta sospesa dopo aver ricevuto una lunghissima e toccante lettera (che le allego) dall'ex Ministro della Salute, Livia Turco.
Lo scorso 8 Aprile (i media sordi e muti) dopo una mia missiva al Capo dello Stato (nella quale chiedevo che si aprisse un dibattito sulla nostra condizione e sulla mancata attuazione di varie leggi che garantiscono il diritto alla salute sancito dalla Costituzione) ricevetti una lettera del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in cui ribadiva di sollecitare un confronto sensibile e un chiarimento responsabile su quella questione eticamente delicata, e di richiamare l'attenzione sul bisogno di maggiore intensità di cura e di assistenza per le persone che lottavano per la vita, richiamando anche il diritto al voto dei disabili intrasportabili. Cosa assolutamente infattibile in Sicilia. (Si allega lettera del Capo dello Stato, e del suo Segretario).
Le devo far presente che il Capo dello Stato non ha fatto per me come per Piergiorgio Welby. Per lui si aprì un grande e devastante dibattito e il suo caso, portato davanti a tutta la classe politica, è diventato di dominio pubblico. Cosa che non è avvenuto sul mio e degli altri invalidi come me: al nostro appello pubblico, ha risposto in forma privata.
Ad oggi, nonostante abbia ricevuto la lettera del Capo dello Stato, è cambiato poco e nulla, una delusione veramente inaccettabile.
Sono stanchissimo di lottare e optare ancora per la vita.
Caro Presidente fino ad oggi io amo la vita, la morte per me rappresenta veramente un orrore, lei è la mia ultima spiaggia da percorrere.
Sono stanco e stufo di aspettare. Se anche lei non mi dà ascolto, la mia voglia di vivere cessa di avere efficacia. Passano i giorni, i mesi e gli anni, ed è sempre tutto uguale.
Per far sentire la mia voce “silenziosa”, ho bisogno veramente del suo aiuto.
Nel mio cuore e nella mia mente esistono due grandi sogni: il primo è quello di poterla incontrare per poter trascorrere un giorno insieme, chiedendogli di guardarmi intensamente negli occhi e mettersi nei miei panni, sono pronto a farmi trasportare anche a casa sua per un incontro, anche in forma privata.
La supplico mi faccia questo grande dono, un dono che solo lei può regalarmi, sarà sicuramente e senza ombra di dubbio il più grande regalo della mia vita, per me e tutta la mia famiglia.
L'altro mio sogno è andare in America, anche come cavia per essere sottoposto alla nuova tecnologia scientifica americana, la ossigeno terapia iperbarica (già con la mia famiglia ci siamo interessati per organizzare un mio viaggio negli Usa, ma ci vogliono tanti soldi).
I mass media si concentrano ripetutamente e con accanimento solo su chi chiede l'eutanasia senza poi andare in fondo al problema, le discussioni si infiammano sui giornali e nelle tv, quando vengono sollevati casi come quello di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro.
Non può il diritto di morire diventare la nuova frontiera dei diritti umani.
Se lo Stato riuscisse a garantire pienamente la tutela della vita, in ogni fase della malattia e della disabilità ed anche nella fase insostenibile, credo non esisterebbe alcun fenomeno di eutanasia. Certo, poi, quando, si arriva alla disperazione (come, attualmente, nel mio caso), si spegne quella fiamma della speranza, che, non trovando concrete risposte assistenziali, sfocia in una domanda di eutanasia e di fine vita.
Di solare evidenzia sembra che lo Stato Italiano (in particolar modo la sinistra) sia orientato al riconoscimento del diritto di morire, evidentemente non conviene spendere soldi per chi vive da paralizzato, in particolar modo nella propria casa.
Presidente, le ripeto che la dolce morte trova spazio dove c’è disperazione, dove c’è un grande senso di abbandono e di sofferenza. Dove, invece, c’è volontà di vivere le cose stanno in modo inverso. Nessuno se non come me, potrà mai capire.
Da svariati anni non esiste una intensa e continuativa assistenza, non esiste e non vengono applicati gli aspetti sociali, esistono varie leggi come la 328 e la 162 non recepita dalla Regione Sicilia.
Esiste invece la burocrazia, il menefreghismo, l'abbandono e l'indifferenza totale da tutte le istituzioni competenti, nessuno sa niente, nessuno agisce, nessuno si muove.
Esiste un grandissimo divario tra Nord e Sud del Paese! In Lombardia e in Veneto ci sono persone nelle nostre stesse condizioni a cui non manca (quasi) niente, in Sicilia manca tutto.
Il mio e nostro dramma non può essere più sottotaciuto, io non ce la faccio più.
In Sicilia tutti nascondono il mio caso, non importa il passato, quello che oggi importa è il presente e il futuro, voltiamo una volta per tutte pagina.
Ad oggi non chiedo l'eutanasia, chiedo di vivere dignitosamente ma se le mie richieste non verranno soddisfatte, con strazio e sofferenza chiederò pubblicamente di porre fine alla mia esistenza incaricando una persona a me tanto cara, di soddisfare le mie richieste, di essere trasportato in un altro luogo, lontano dalla Sicilia, (stabilendo tempi e modalità) e, ove necessita, effettuare una registrazione video. Se riusciremo in tempo mi piacerebbe incontrare alcuni personaggi sparsi per l'Italia che in quest'ultimo periodo mi sono stati veramente vicini.
Mi dispiace per tutte quelle persone che credevano in me e nella mia lotta per la vita.
Mi dispiace per tutte quelle persone che in questi lunghi anni di sofferenza mi hanno veramente sostenuto, inviandomi anche numerose lettere.
Mi dispiace per tutti i fratelli ed i loro familiari che vivono nelle mie stesse condizioni (anche peggio), a loro chiedo scusa e perdono.
Ma soprattutto e in particolare mi dispiace per la mia onorata e splendida famiglia. Mamma perdonami, d'altronde sei già molto sofferente e ammalata e lo sai che non hai più le forze per accudirmi amorevolmente.
Perdonatemi tutti, ma io non riesco a sopportare questa lunga ed atroce sofferenza di Stato.
La supplico di prendermi in considerazione, non voglio essere trattato come un malato terminale, voglio essere assistito adeguatamente, ci vuole una nuova coscienza civile di questo gravissimo problema lungamente messo da parte, perché a tutti potrebbe capitare il mio stesso inconveniente.
Caro Presidente in attesa del mio più grande sogno (incontrarla), le invio i miei saluti e mi affido alla sua parola, ringraziandola anticipatamente per l’attenzione e la disponibilità.
Catania dal 26 al 31 Agosto 2008
Salvatore Crisafulli
Resa pubblica il 5 Settembre 2008

Lettera Aperta
Antologia del disagio a cura di Costantino Liquori