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giovedì 15 luglio 2010

ITALIA. Indagine sull’alcol

ILSOLE24ORE.COM

di Claudio Tucci

3 MARZO 2010

Un italiano su 10 esagera nel consumo di alcol e sono oltre 9 milioni (il 15,9% della popolazione) i bevitori "a rischio". Il primo "bicchierino" si manda giù prestissimo, a poco più di 12 anni, contro una media europea, di 14,6 anni e il 17,6% di ragazzi, tra gli 11 e i 15 anni, circa mezzo milione, consuma abitualmente bevande alcoliche, in un'età al di sotto di quella legale e per la quale il consumo consigliato di alcol è pari a zero. A finire sotto accusa sono soprattutto le nuove mode del bere, importate dall'estero, come il binge drinking, consumi occasionali di alcol ad alta intensità, che interessa un italiano su 3, almeno una volta a settimana. È questa la fotografia sul consumo di alcol nel Belpaese, scattata dal ministero della Salute, nella sua relazione annuale, relativa al 2007-2008, trasmessa ai presidenti di Camera e Senato, a metà gennaio. «La bassa età del primo contatto con le bevande alcoliche - ha sottolineato il ministro della Salute Ferruccio Fazio - è l'aspetto di maggiore debolezza del nostro Paese nel confronto con l'Europa e su cui bisogna agire subito e in fretta, soprattutto in termini di prevenzione».

Rispetto ad altri Paesi, evidenzia la relazione, l'Italia presenta una minore prevalenza di consumatori di bevande alcoliche e una minore diffusione del binge drinking. Tuttavia, fra coloro che consumano alcol, ben il 26% lo fa quotidianamente (il doppio della media europea), il 14% lo fa da 4 a 5 volte a settimana (valore più alto in Europa) e il 34% pratica il binge drinking almeno una volta a settimana (contro il 28% della media europea). Cresce poi nel tempo la prevalenza delle donne consumatrici e nei ricoveri ospedalieri risulta in aumento la percentuale di diagnosi ospedaliere per cirrosi epatica alcolica in rapporto alle altre diagnosi (+ 6,5 punti percentuali dal 2000 al 2006). Nel 2008, si sono contati inoltre circa 60mila alcol-dipendenti, con una spesa complessiva (convenzionata e non) pari a circa 4,4 milioni, più o meno in linea con quella sostenuta nel 2007.

Lo studio focalizza poi l'attenzione sui giovani. A rischio è soprattutto il consumo di alcol fuori pasto, che ha riguardato, nel 2008, il 31,7% dei maschi e il 21,3% delle femmine di età compresa fra gli 11 e i 24 anni. Nella stessa fascia di età, il 13,2% dei maschi e il 4,4% delle femmine ha praticato il binge drinking. Spicca poi come tra i 14 e i 17 anni la "bevuta fuori pasto" abbia conosciuto, dal 1995 al 2008, un vero e proprio boom, passando dal 12,9 al 22,7% tra i maschi e addirittura dal 6 al 14,4% tra le femmine. E i giovani al di sotto dei 30 anni rappresentano ormai il 10% degli utenti in trattamento nei servizi alcologici territoriali del Ssn. Dati che si riflettono sui numeri (tragici) degli incidenti stradali: 29.672 feriti di 30-34 anni e 432 morti di 25-29 anni nel 2007, e l'ebbrezza da alcol ha rappresentato, sempre nel 2007, il 2,09 % del totale di tutte le cause di incidente stradale rilevate.

Il problema, ha spiegato al Sole24Ore.com, Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto superiore di sanità, è che ormai l'alcol per i ragazzi è diventato una sorta di "lubrificante sociale", nonostante studi scientifici internazionali, lo annoverino tra le cinque sostanze più dannose per l'organismo, al pari di droga e oppiacei. Scafato punta il dito soprattutto sull'eccessiva "disponibilità" dei prodotti alcolici, causati anche da politiche di marketing sfrenato. Una realtà fotografata dalla sproporzione negli investimenti in prevenzione e salute. «In Italia - ha ricordato - vengono spesi ben 169 milioni per pubblicizzare prodotti legati al bere e appena un milione (lo stanziamento previsto dalla legge 125 del 2001, ndr) per la prevenzione dei rischi legati all'alcol».

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